Un canto di Giovanni Pascoli sulla Piadina:
ed ecco liscia come un foglio, e grande come la luna, e sulle aperte mani tu me l’arrechi, e me l’adagi molle sul testo caldo. Io, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto, fin che stride invasa dal calor mite e si rigonfia in bolle e l’odore del pane empie la casa.
Dall’editore Aldo Spallicci:
oh, la piadina! Odore della casa che arriva quassù, e chi la mangia sente aria di Romagna.
Adelmo Masotti, edizione dello Zanichelli del 1996:
La piadina è l’alimento più caratteristico della cucina romagnola deve il suo successo principalmente alla semplicità della sua esecuzione ed alla farcitura con i salumi e le erbe del territorio. La ricetta base della piadina è costituita da quattro ingredienti: farina, strutto, sale e acqua tiepida; ogni zona poi ha le sue varianti: sottile o spessa, con aggiunta di bicarbonato nell’impasto o di un pizzico di dose lievitante, con l’aggiunta di un goccio di latte, o con sostituzione dello strutto con olio d’oliva ed altre aberrazioni che deviano dalla ricetta base e ne variano notevolmente il gusto. E’ soprattutto l’abile lavorazione sul tagliere della massaia e la cottura sulla teglia che dovrebbe essere di terra, ma che spesso è di ferro che le donano sapore inconfondibile. Altre varianti alla piadina classica: la piada ancora cruda viene imbottita con erbe, formaggio, salsiccia. Un cibo idoneo a tutte le occasioni, come spuntino, come gustoso antipasto, come sostituto del pane.
Origini della La Piadina Romagnola. La Piadina Romagnola secondo alcuni studi ha origini preromane. Questi studi lo deducono dall’Eneide di Virgilio, che narra della fuga di Enea da Troia in fiamme, che con i familiari non avendo piatti su cui posare il cibo si inventano un impasto con acqua e farina e formano dei dischi (le Piadine) che cuociono su piastre roventi che utilizzeranno come piatti.